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Sugo di Coniglio



Se, a Torino, ti allontani dal centro monumentale, e dai suoi portici
interminabili ti sposti verso la collina, lì troverai la vecchia casa di
magna mariuccia.
Magna, in queste nostre incredibili solitudini subalpine, significa "zia".
Magna mariuccia non c'è più, e la sua casa frondosa ed abbarbicata di
glicine e vite vergine è oggi un palazzotto ristrutturato che si specchia
nel Po.
Ma basta passarci d'innanzi, ed il ricordo ed il profumo ritornano, ed
allora è urgente ritornare a casa, lasciar marinare per una notte un paio di
cosce di coniglio in barbera forte con cannella in pezzi e chiodi di
garofano e aglio e alloro e rosmarino e noce moscata e cipolla e carota e
sedano.
Poi è un gioco sottile disossare il coniglio, tagliarlo in pezzi, rosolarlo
nel burro, aggiungere il liquido di marinatura passato al setaccio, e far
cuocere lentamente per un'ora abbondante, finchè il coniglio diventa una
crema scura e profumata.
Ed ecco, dunque, le tagliatelle al dente che finiscono nel sugo fumante, se
ne intridono, e divengono esse stesse parte di questo tutto oscuro ed
autunnale, foglie morte su porcellana chiara, nuvole di parmigiano come
neve, caldo e vapore.

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Paolo S./ c'est bon ,  c'est normal c'est italien :o)  *